lunedì 20 febbraio 2012

L'AIDS

L'AIDS, sindrome da immunodeficienza acquisita, è una malattia infettiva causata dal virus Hiv, a trasmissione prevalentemente sessuale. Danneggiando a poco a poco il sistema immunitario umano, il virus HIV indebolisce le difese organiche contro l'attacco di microorganismi patogeni. Il risultato a lungo termine è una maggiore suscettibilità ad alcuni tipi di infezione, potenzialmente molto gravi, e di alcune forme tumorali.

L’Hiv è un virus a Rna che appartiene a una particolare famiglia virale, quella dei retrovirus, dotata di un meccanismo replicativo assolutamente unico. Grazie a uno specifico enzima, la trascrittasi inversa, i retrovirus sono in grado di trasformare il proprio patrimonio genetico a Rna in un doppio filamento di Dna. Questo va inserirsi nel Dna della cellula infettata (detta "cellula ospite" o “cellula bersaglio”) e da lì dirige di fatto la produzione di nuove particelle virali.


Le fasi della malattia

Dopo essere entrata in contatto con l'Hiv, una persona può diventare sieropositiva (positiva al test per Hiv), cominciare cioè a produrre anticorpi diretti specificamente contro il virus e rilevabili nel sangue con un semplice prelievo ematico. La sieropositività implica che l'infezione è in atto e che è dunque possibile trasmettere il virus ad altre persone. La comparsa degli anticorpi, però, non è immediata. Il tempo che intercorre tra il momento del contagio e la positività al test HIV è detto “periodo finestra” e dura poche settimane, ma può estendersi anche fino a 3 mesi. Durante questo periodo, anche se la persona risulta ancora sieronegativa è comunque già in grado di trasmettere l'infezione.

Dopo il contagio è possibile vivere per anni senza alcun sintomo e accorgersi dell’infezione solo al manifestarsi di una malattia. Sottoporsi al test Hiv è, quindi, l’unico modo di scoprire l’infezione.

Questo periodo di sieropositività asintomatica può durare anche diversi anni, fino a quando la malattia non diventa clinicamente conclamata a causa dell'insorgenza di una o più malattie cosiddette "indicative di Aids". Alcune di queste sono infezioni opportunistiche provocate da agenti patogeni che normalmente non infettano le persone sane, ma  possono infettare persone con un sistema immunitario fortemente compromesso. Gli agenti principali sono:
  • protozoi
  • batteri
  • virus
  • funghi
Fra le malattie indicative di Aids sono compresi anche diversi tipi di tumori, soprattutto i linfomi, il sarcoma di Kaposi e il carcinoma del collo dell’utero.

Vie di trasmissione

Esistono tre diverse modalità di trasmissione dell’Hiv: via ematica, via materno-fetale e via sessuale. La trasmissione per via ematica avviene attraverso trasfusioni di sangue infetto o attraverso lo scambio di siringhe infette. Durante le prime fasi dell’epidemia, quando c’erano meno conoscenze sulle modalità di diffusione del virus, diverse persone sono state contagiate dall'Hiv in seguito a trasfusioni di sangue infetto o alla somministrazione di suoi derivati. A partire dal 1990 questo tipo di trasmissione è stata praticamente eliminata grazie a un controllo scrupoloso delle unità di sangue, al trattamento con calore degli emoderivati e alla selezione dei donatori, ma anche grazie a un minor ricorso a trasfusioni inutili e ad un maggiore utilizzo dell’autotrasfusione.

La trasmissione attraverso il sangue rappresenta la principale modalità di diffusione dell’infezione nelle persone dedite all’uso di sostanze per via iniettiva. L’infezione avviene attraverso la pratica, diffusa tra i consumatori di sostanze, di scambiarsi la siringa o altro materiale utilizzato per iniettare la droga; questo materiale può contenere piccole quantità di sangue che può essere infetto se uno dei partecipanti è Hiv positivo. Possono essere veicolo di trasmissione dell’Hiv anche gli aghi usati, e  per questo motivo è indispensabile l’utilizzo di aghi sterili monouso anche per le pratiche di agopuntura, mesoterapia, tatuaggi e piercing. Non va dimenticato che questa modalità di trasmissione è comune anche ad altri virus quali quelli responsabili dell’epatite B e C, infezioni anch’esse molto diffuse tra i consumatori di sostanze.

La trasmissione da madre a figlio, detta trasmissione verticale, può avvenire durante la gravidanza, durante il parto, o con l’allattamento. Il rischio per una donna sieropositiva di trasmettere l’infezione al feto è circa del 20%. Tuttavia è possibile ridurre tale rischio al di sotto del 2% somministrando la zidovudina (Azt, il primo farmaco usato contro l’Hiv) alla madre durante la gravidanza e al neonato nelle prime sei settimane di vita. Per stabilire se è avvenuto il contagio il bambino deve essere sottoposto a controlli ripetuti in strutture specializzate entro i primi sei mesi di vita. 
Per la sicurezza del neonato, tutte le coppie che intendono avere un bambino dovrebbero valutare l’opportunità di sottoporsi al test per l’Hiv.

La trasmissione per via sessuale è nel mondo la modalità di trasmissione più diffusa dell’infezione da Hiv. I rapporti sessuali, sia di tipo eterosessuale che omosessuale, non protetti dal preservativo, possono essere causa di trasmissione dell’infezione. La trasmissione avviene attraverso il contatto tra liquidi biologici infetti (secrezioni vaginali, liquido pre-eiaculatorio, sperma, sangue) e le mucose. La trasmissione è possibile anche se le mucose sono integre. 
Ovviamente, tutte le pratiche sessuali che favoriscono lesioni delle mucose genitali possono provocare un aumento del rischio di trasmissione. Per questo motivo i rapporti anali sono a maggior rischio, perché la mucosa dell'ano è più fragile e meno protetta di quella vaginale. È opportuno sottolineare che i rapporti sessuali non protetti possono veicolare non solo l’HIV, ma anche oltre 30 tipi di infezioni sessualmente trasmesse. La presenza di ulcerazioni e lesioni  a livello genitale (anche se non visibili a occhio nudo) causate dalle Ist possono far aumentare il rischio di contagio con l’Hiv.

Da quanto specificato sopra, appare chiaro che non esistono categorie a rischio ma solamente comportamenti (ad esempio, i rapporti sessuali non protetti o lo scambio di materiale per sostanze di abuso) che sono a rischio per acquisire l’infezione da Hiv.

Il coito interrotto non protegge dall'Hiv, così come l'uso della pillola anticoncezionale, del diaframma e della spirale. Le lavande vaginali, dopo un rapporto sessuale, non eliminano la possibilità di contagio.

Anche l’assunzione di droghe o sostanze di abuso non iniettabili (cocaina, ecstasy, alcol) sono pericolose, in quanto riducono il livello di attenzione ed è pertanto più probabile esporsi a comportamenti a rischio (per esempio, rapporti sessuali non protetti).

Come non si trasmette il virus

Il virus non si trasmette attraverso:
  • strette di mano, abbracci, vestiti
  • baci, saliva, morsi, graffi, tosse, lacrime, sudore, muco, urina e feci
  • bicchieri, posate, piatti, sanitari, asciugamani e lenzuola
  • punture di insetti.
Il virus non si trasmette frequentando:
  • palestre, piscine, docce, saune e gabinetti
  • scuole, asili e luoghi di lavoro
  • ristoranti, bar, cinema e locali pubblici
  • mezzi di trasporto.
Sintomi più comuni

Astenia
Cachessia
Diarrea
Disfagia
Dispnea
Faringite
Febbre
Ittero
Linfonodi ingrossati
Mal di gola
Mal di testa
Perdita di peso
Sudorazioni notturne
Tosse

Nessun commento:

Posta un commento